BOCCIATO L'ATTO AZIENDALE ASL

La decisione presa dall'assemblea dei sindaci. "Chiediamo alla Pisana di rivedere le linee guida del piano sanitario regionale" commenta Nicola Ottaviani

Nella giornata odierna l’assemblea dei sindaci sulla sanità ha respinto all’unanimità la proposta, avanzata dalla direzione generale della Asl, di atto aziendale tenuto conto della insostenibilità di una rimodulazione della rete ospedaliera, in assenza di risorse adeguate che rischierebbe di penalizzare ulteriormente la sanità provinciale, incrementando la mobilità verso gli ospedali romani. "Dal dibattito viene fuori anche un altro segnale importante: si chiede alla Pisana di rivedere le linee guida del piano sanitario regionale, adottate dalla precedente amministrazione regionale, che, allo stato attuale premiano a dismisura la provincia romana, mentre lasciano gli avanzi della tavola per la provincia di Frosinone” ha detto il presidente della conferenza dei sindaci, il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani.  “E' diventato, ormai, ineludibile – ha continuato -  riequilibrare un quadro ritenuto troppo penalizzante e insufficiente per assolvere in maniera adeguata alle esigenze di assistenza sanitaria della popolazione della provincia di Frosinone. Riteniamo che sia necessaria una politica di federalismo sanitario sul territorio, che tenga presente, in maniera rigorosa, le specificità delle strutture, le criticità epidemiologiche e una più equa redistribuzione sul territorio regionale dei posti letto. Il rapporto tra popolazione residente e posti letto, a fronte di una previsione regionale di 3,7 ogni mille abitanti, è pari a 5 su buona parte delle Asl romane, mentre scende clamorosamente a 2,7 per la provincia di Frosinone. Se rappresentiamo il 10% della popolazione regionale, vogliamo che tornino risorse sul territorio pari al 10% degli investimenti in materia sanitaria da parte della Regione Lazio. Non è più tollerabile, poi – conclude il sindaco di Frosinone - che la provincia di Frosinone, che conta oltre mezzo milione di residenti, non abbia un Dea di secondo livello, per la neurochirurgia e la cardiochirurgia. In caso d'infarto o d'ictus, non possiamo limitarci a pregare, sperando di arrivare in tempo con un elicottero o un'ambulanza su Roma".