"PAGANO SEMPRE I PIU' DEBOLI"

Appello da parte di Francesca Coscarella della Cisl alle amministrazioni locali affinchč abbiano un occhio pił attento alle esigenze dei cittadini pił bisognosi

Ritardi nei pagamenti delle retribuzioni, aumento esponenziale degli ammortizzatori sociali in deroga, contratti precari e licenziamenti sono indicatori importanti dell’attuale grave stato di crisi che sta letteralmente mettendo in ginocchio il settore socio assistenziale educativo del Lazio,  tutti i servizi istituzionali alla persona in favore delle fasce deboli della cittadinanza quali anziani, disabili, bambini, ragazzi non auto sufficienti a scuola, immigrati, tossicodipendenti, etc., che le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di assicurare ai propri cittadini e che nella maggior parte sono affidati a cooperative, associazioni, onlus, imprese sociali, etc. "I ritardi nel pagamento degli stipendi alle lavoratrici e ai lavoratori del settore – spiega Francesca Coscarella responsabile del Terzo settore per la Cisl Funzione pubblica di Roma e Lazio – si assestano nel Lazio mediamente intorno a 60/90 giorni, una situazione diventata ormai insostenibile per i lavoratori e le loro famiglie. Sono ormai gravissimi e pesantissimi i ritardi nelle liquidazioni delle fatture da parte delle pubbliche amministrazioni agli Enti gestori di servizi. Ritardi che vanno mediamente dai 180 ai 360 giorni, con punte 540 giorni (un anno e mezzo), a causa della mancanza di liquidità nelle casse degli Enti pubblici e non solo! Un problema questo che deve trovare una soluzione in tempi rapidissimi perché non è più possibile continuare a scaricare gli effetti della crisi sull’anello più debole della catena: coloro che quotidianamente continuano ad assicurare con dedizione e professionalità assistenza alle fasce più deboli della cittadinanza nonostante siano, per lo più, lavoratori precari e non ricevano regolare retribuzione da mesi. Chiediamo – prosegue Francesca Coscarella - un’assunzione di forte responsabilità da parte di chi governa e gestisce le Pubbliche Amministrazioni affinché attui una gestione oculata delle risorse e una programmazione economico-finanziaria adeguata che dia priorità ai servizi sociali, tagliando gli sprechi che continuano, nonostante tutto, ad essere perpetrati. Inoltre il costo dei servizi sociali non può più essere a totale carico dello Stato, per questo bisogna creare nuovi sistemi organizzativi e di previdenza, di assistenza e di politica tributaria in cui il sindacato deve avere un ruolo determinante nel creare le necessarie condizioni. Si parla troppo, di tagli agli sprechi, trasparenza, lotta al clientelismo ma c’è ancora molto da fare. Le amministrazioni locali preferiscono continuare a colpire i più deboli riducendo sempre di più i servizi a danno delle fasce deboli e dei lavoratori. Il protocollo sottoscritto con l’Anci con il quale impegnare maggiori risorse sul sociale derivanti dalla lotta all’evasione fiscale è l’ennesima farsa della politica locale. Chiediamo subito a tutti gli amministratori locali che hanno compreso la necessità di creare una nuova governance del modello sociale, l’apertura di tavoli di confronto perché la deriva morale e istituzionale in corso costringono a ripensare ai sistemi di assistenza. Il nuovo welfare locale dovrà essere un tessuto a maglie strette di servizi per famiglie, anziani, pensionati e fasce deboli che migliori l’offerta e riduca i costi mediante una “vera spending review” che non consista solo in tagli lineari i cui il welfare non sia più un costo ma un canale di benessere sociale, umano, economico e un volano per la buona occupazione. È necessario – conclude Francesca Coscarella - restituire dignità alle lavoratrici e ai lavoratori, sui quali oggi purtroppo, continuano ad essere scaricati gli effetti della crisi".