OPERAZIONE "LOW COST"

Polizia di Stato e Guardia di Finanza eseguono quindici misure cautelari e quarantadue perquisizioni.

Si è conclusa questa mattina una vasta operazione su scala nazionale della Squadra Mobile di Frosinone e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Frosinone coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Roma dott. Amelio, che ha portato alla individuazione di un’organizzazione criminale che vede coinvolto un dipendente dell’Agenzia delle Entrate. Storie di malaffare che emergono circa un anno fa da accertamenti patrimoniali nei confronti di alcuni imprenditori. Le indagini congiunte della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, che hanno beneficiato della fattiva e proficua collaborazione della stessa Agenzia delle Entrate (Servizio Audit e Sicurezza), hanno messo fine ad un consistente giro di affari che ha ingrossato le tasche di un’associazione criminale a danno dell’Erario. Già individuati debiti verso lo stato illecitamente cancellati per centinaia di migliaia di euro a fronte di erogazioni di tangenti, quantificazione non ancora definitiva. Sono in corso ulteriori accertamenti patrimoniali e bancari tendenti a verificare ulteriori indebiti arricchimenti degli appartenenti al sodalizio criminoso. Un’organizzazione a struttura tentacolare: due gli elementi a capo della stessa entrambi residenti a Roma. Il primo, quarantenne di origine calabrese, impiegato dell’Agenzia delle Entrate, approfittando della sua posizione riusciva ad acquisire, mediante illegittimo accesso al sistema informatico, i dati di debiti erariali dei “ clienti” dell’organizzazione per poi preparare la falsa documentazione con timbro a secco e carta intestata dell’Agenzia delle Entrate attestante lo sgravio o la cancellazione del debito erariale. L’altro, cinquantatreenne napoletano, la mente dell’organizzazione, manteneva le fila di tutta l’illecita attività: aveva il compito di procacciare imprenditori con debiti tributari ed erariali promettendo la loro cancellazione a fronte di pagamenti di somme di gran lunga inferiori a quelle dovute. La percentuale da corrispondere si aggirava intorno al 20 o 30 % degli importi contestati: in un caso per una cartella esattoriale di 200.000 euro, è stato richiesto un corrispettivo di 40.000 euro. Sempre quest’ultimo stabiliva le modalità di spartizione tra i vari complici delle somme indebitamente percepite. La rete dei procacciatori era piuttosto fitta ed articolata e coinvolgeva anche studi di commercialisti oltre ad imprenditori e commercianti di varie regioni d’Italia situati perlopiù nel Lazio, in Umbria ed in Abruzzo. A finire in manette questa mattina, in esecuzione alle Ordinanze di Custodia Cautelare emesse dal GIP del Tribunale di Roma dott.ssa Liso, oltre al pubblico dipendente infedele ed al suo braccio destro, altri tredici complici che dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, falso ed accesso abusivo a sistema informatico. Quarantadue le perquisizioni eseguite nei confronti di altrettanti complici, tutti debitori che hanno illecitamente richiesto e/o ottenuto la cancellazione o lo sgravio delle loro pendenze debitorie nei cui confronti pende l’accusa di corruzione. Le perquisizioni di questa mattina, si aggiungono ad altre venticinque già eseguite nel mese di aprile del 2012, che hanno consentito il sequestro, presso il domicilio di alcuni indagati, di importante documentazione comprovante gli illeciti commessi.