REGIONALI  - Il Pdl ciociaro in rivolta per la mancata assegnazione di un assessorato regionale alla Provincia di Frosinone nella giunta della governatrice Renata Polverini: si paventa la secessione. ">

ESECUTIVO REGIONALE, SCOPPIA LA BUFERA NEL PDL

REGIONALI  - Il Pdl ciociaro in rivolta per la mancata assegnazione di un assessorato regionale alla Provincia di Frosinone nella giunta della governatrice Renata Polverini: si paventa la secessione. 

Il Pdl ciociaro in rivolta per la mancata assegnazione di un assessorato regionale alla Provincia di Frosinone. Nella giunta della governatrice Renata Polverini, infatti, sono stati garantiti “scranni” per ogni provincia, fatta eccezione che per la Ciociaria: una decisione che è costata l’esclusione dai banchi dell’esecutivo regionale di Franco Fiorito, al quale è stato offerto il ruolo di capogruppo. All’indomani dell’ufficializzazione della giunta, però, gli amministratori locali del Pdl sono letteralmente insorti, rivendicando un “posto al sole” per la “Cenerentola" delle province laziali. Nei giorni scorsi una folta delegazioni di amministratori provinciali (con in testa il presidente dell’Ente di piazza Gramsci Antonello Iannarilli), di sindaci (tra cui il primo cittadino di Anagni Carlo Noto) e consiglieri comunali si è recata alla Pisana per protestare contro lo “schiaffo” politico che il Pdl romano e la presidente Polverini hanno riservato al territorio. Ma l’iniziativa non è andata come gli amministratori pidiellini speravano: non solo la governatrice non ha incontrato coloro che tanto hanno fatto per la sua elezione (il 60% dei voti ciociari al centrodestra è stato determinante per la sconfitta della Bonino), ma soprattutto ha chiamato celerini e carabinieri per disperdere i manifestanti. “O sgombrano o li fate sgombrare”, questa l’indicazione data alle forze dell’ordine che hanno letteralmente blindato la Pisana. Da una parte i delusi amministratori di Frosinone, dall’altra la neo eletta governatrice. Nel mezzo i frantumi del Pdl regionale: duro è stato, infatti, lo scontro con il coordinatore regionale del Pdl, Piso, che ha apostrofato i “rivoltosi” dicendo loro: “Dovreste vergognarvi a inscenare una simile protesta. Frosinone avrà il presidente del consiglio regionale (Mario Abbruzzese, ndr) e se non sarà stretto l’accordo con l’Udc anche un posto da assessore, ma riservato a una donna”. Le parole di Piso e l’atteggiamento della Polverini hanno aizzato la furia degli amministratori locali e così, il giorno dopo, il presidente della Provincia Antonello Iannarilli ha lanciato la provocatoria proposta di indire un referendum per la secessione di Frosinone dal Lazio. Una protesta senza eguali, per una situazione invero unica nel suo genere: mai la Ciociaria era rimasta senza rappresentanti in giunta e la questione è tanto più paradossale se si pensa che non solo i voti ciociari sono stati determinanti, ma che l’assessore in pectore Franco Fiorito si è visto deluso nelle sue aspettative nonostante le oltre 26mila preferenze personali, secondo degli eletti in tutta la Regione. Un vero e proprio “giallo” politico, o se si vuole un autogol del Pdl che adesso sta cercando il modo di sopire la rivolta. E la strada per uscirne sembra essere solo quella di riconoscere un posto in giunta al territorio, legato comunque alle scelte dell'Udc. Se il partito di Casini, infatti, deciderà di rimanere in maggioranza, due posti da assessore saranno attribuiti allo scudocrociato, senza margini per la Ciociaria. In caso contrario si aprirebbe uno spiraglio per un assessore, ma le quote rosa impongono che si tratti di una donna. Allora spunta a sorpresa il nome di Teresa Graziani, cognata del presidente Iannarilli e prima dei non eletti nella lista Polverini. Su tutto regna l'incertezza del ricorso presentato al Tar, che dovrebbe esprimersi sul numero dei consiglieri regionali (70 o 73 più il presidente secondo, rispettivamente, una legge regionale e una nazionale). Questo comporterebbe eventualmente l'estromissione di due consiglieri (tra cui il ciociaro Di Stefano) e renderebbe più vicino l'accordo con l'Udc, a "spese" della provincia di Frosinone. Resta da vedere come il centrodestra rimetterà insieme i cocci di questo “pasticciaccio” politico e quanto gli amministratori locali daranno seguito all’ipotesi della secessione, anche se ci sono state non poche prese di distanza dall'iniziativa di Iannarilli, lasciato a piedi anche dal suo collega pontino Cusano. Certo è che la politica di rado ha dato spettacoli tanto sconcertanti.