ANAGNI - Sono due le società attualmente in trattativa per acquistare la Vdc Technologies. Si tratta della Ssim (fotovoltaico) e della Global Energy (fibra in carbonio): è ancora incerto il futuro dello stabilimento.">

DUE SOCIETA' IN TRATTATIVA PER RILEVARE LA VIDEOCON

ANAGNI - Sono due le società attualmente in trattativa per acquistare la Vdc Technologies. Si tratta della Ssim (fotovoltaico) e della Global Energy (fibra in carbonio): è ancora incerto il futuro dello stabilimento.

Si sono presentati in un centinaio, sotto la sede del Ministero dello Sviluppo economico, per urlare tutta la propria indignazione verso la drammatica situazione industriale e occupazionale della Vdc Technologies. Mercoledì scorso a Roma, i lavoratori hanno portato la loro testimonianza mentre le organizzazioni sindacali hanno incontrato il funzionario ministeriale per il tavolo tecnico già convocato. Proprio la natura di un confronto tecnico tra sindacato e Ministero ha determinato l’assenza della proprietà indiana e di Confindustria, ma anche la contestata esclusione dei sindaci presenti. Una scelta dettata dalla necessità di non creare “incidenti diplomatici” con le altre istituzioni non invitate. Inevitabile la polemica, con i sindaci che hanno rivendicato il loro diritto a partecipare, così come sostenuto anche dalle organizzazioni sindacali, su proposta delle quali un incontro con i rappresentanti degli Enti locali avrebbe dovuto tenersi al termine del tavolo tecnico, ma le polemiche hanno di fatto impedito che si concretizzasse.
Quanto alla situazione aziendale, proseguono le trattative tra la Videocon e due delle società che avevano manifestato interesse a rilevare lo stabilimento. Nella fattispecie, si tratta della arabo-ceca Ssim (tecnologia fotovoltaica) e della torinese Global Energy (fibre in carbonio per componentistica auto e aeronautica). L’intoppo principale, a quanto è emerso, consisterebbe nella situazione debitoria della Videocon e nell’indeterminatezza del “tesoretto” che la multinazionale indiana dovrebbe lasciare in dote alla società che subentrerebbe. Non è escluso che le due in trattativa, pur nella loro autonomia, possano rilevare insieme lo stabilimento mantenendo le proprie produzioni e il proprio personale. Sembra riacquistare credito anche l’ipotesi del gruppo Otto Italia: una delegazione cinese, accompagnata da rappresentanti dell’ambasciata, dovrebbe essere in Italia nel periodo tra il 16 e il 20 marzo e sarebbe possibile una visita degli stabilimenti. Numerosi i problemi che comunque rimangono aperti, tutti sollevati dal sindacato che, all’unisono, ha sottolineato la necessità di chiudere la vertenza entro tempi brevi, assumendo le più ampie garanzie su progetto industriale, imprenditori, finanziamenti e occupazione. Temi, questi, sui quali il sindacato ha ribadito la propria determinazione a capire, ma ha anche sollecitato di nuovo un forte impegno da parte delle istituzioni e del governo in particolare. Nello specifico, è stato chiesto e ottenuto l’impegno a verificare, attraverso un advisor  individuato dal Ministero, la fattibilità dei progetti industriali prima della conclusione della trattativa. Non sono stati spostati i termini per la definizione della vertenza: nella settimana dal 15 marzo, il Ministero convocherà la proprietà indiana a un tavolo politico per richiamare la multinazionale alle proprie responsabilità; subito dopo è previsto un incontro plenario tra le parti sociali e le istituzioni per ottenere un quadro più definito, mentre la fase sostanziale delle trattative dovrebbe essere chiarita entro il 31 marzo. Intanto, lunedì pomeriggio si svolgerà un consiglio comunale aperto sulla vertenza, mentre mercoledì mattina è convocata l’assemblea dei lavoratori.