DOPO LA RIVOLTA GLI ARRESTI

Sei ordinanze di custodia cautelare tra cui una ragazza arrestata nel pomeriggio dopo le irruzioni violente nel Comune di San Giovanni Incarico dello scorso settembre

All’alba di oggi, 22 novembre 2012, a conclusione di una articolata attività investigativa, i carabinieri del Comando provinciale di Frosinone, hanno eseguito nel capoluogo, a Ceprano, a Pontecorvo e a Cassino sei misure di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale presso la Procura della Repubblica di Cassino, Angelo Valerio Lanna, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di “estorsione, danneggiamento, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, violenza, minaccia e  resistenza a P.U.”. Tra questi una ragazza del 1988 arrestata successivamente nel pomeriggio. L’attività d’indagine, convenzionalmente denominata “Pocket money” (paghetta), avviata nel settembre 2012 dalla Stazione carabinieri di San Giovanni Incarico, è stata originata dalla protesta messa in atto, nella mattinata del 19 settembre 2012 in San Giovanni Incarico, da un gruppo di circa 50 cittadini appartenenti ai paesi del Nord Africa, allora alloggiati presso le strutture alberghiere di Frosinone e Sora. I predetti, giunti nel citato Comune alle ore 11,30, senza alcun preavviso a bordo di un mezzo di linea, si recavano presso la sede dell’Unione dei Comuni “Antica terra di lavoro”, responsabile dell’accoglienza dei profughi, ove, dopo aver usato violenza contro personale della Polizia locale, forzavano la porta d’ingresso con calci e pugni. Una volta entrati, con minacce ed atti di violenza anche fisiche, esigevano insistentemente dai dipendenti del predetto Ente una diaria di 6 € giornalieri, a fronte dei 2,50 € previsti nella convenzione riguardante il programma di prima accoglienza. Sul posto interveniva personale della Compagnia di Pontecorvo e della Questura di Frosinone, e solo dopo una intensa trattativa, durante la quale si sono susseguite ulteriori condotte violente da parte dei profughi, la manifestazione aveva termine alle ore 19.00 successive, dopo che una delegazione dei cittadini extracomunitari venne ricevuta da prefetto di Frosinone. Il 18 ottobre 2012, invece, un gruppo di 10 cittadini extracomunitari, inseriti anche loro nel programma di prima accoglienza, occupavano vari uffici del Comune di San Giovanni Incarico, nel chiedere con insistenza di conferire con il sindaco al fine di ottenere una idonea sistemazione alloggiativa, si chiudevano a chiave all’interno di un ufficio, con all’interno nr. 7 impiegati, i quali solamente dopo l’intervento dei Carabinieri della locale Stazione venivano liberati. Nella circostanza venivano arrestati due nigeriani ritenuti responsabili di “sequestro di persona, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, lesioni personali, minacce, violenza e resistenza a P.U.”. Esistendo le esigenze di tutela della collettività, stante la pericolosità sociale dei cittadini di appartenenza dei paesi del nord Africa, ampiamente desumibile dalla natura e modalità stesse delle citate condotte, la Stazione di San Giovanni Incarico deferiva in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Cassino, 12 cittadini extracomunitari (2 della Nigeria, 1 della Costa d’Avorio, 2 del Bangladesh, 6 del Ghana ed 1 del Benin), di cui due donne. Nel corso delle operazioni, sono state complessivamente tratti in arresto 7 cittadini stranieri, di cui 2 nella flagranza di reato e 5 su ordinanza di custodia cautelare.