PALIOTTA: “UN TAVOLO DI LAVORO DELLE PROVINCE DEL LAZIO PER PREPARARCI CON PROPOSTE CONCRETE ALLA RIUNIONE DEL CAL DEL PROSSIMO SETTEMBRE”

L'assessore al Riordino della Provincia di Frosinone interviene in previsione dell'incontro che si terrà a Fiuggi

L’assessore al Riordino istituzionale della provincia di Frosinone, Giuseppe Paliotta, ha sottoposto, con una lettera ai presidenti delle Province di Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo, l’esigenza di designare un esperto-delegato-fiduciario di ciascuna Provincia (consigliere, assessore, o dirigente), per predisporre una proposta da sottoporre alla assemblea del Cal prevista per il 12-13-Settembre prossimo a Fiuggi, previa esplorazione degli orientamenti di massima dei comuni del Lazio, per ciò che riguarda il riordino delle Province, i confini dell’area metropolitana, il ruolo di Roma Capitale. “La mia proposta – spiega Paliotta – fa seguito alla utilissima riunione indetta dal Presidente Iannarilli con i colleghi Cusani, Melilli e Meroi che si  tenuta a Rieti il 27 luglio scorso.

Di tale summit riporto, in estrema sintesi le decisioni unanimi:

1)     Sottoporre, tramite il Cal, alla Regione Lazio i vari profili di illegittimità costituzionale del provvedimento.

2)     Promuovere una grande assemblea dei sindaci e degli amministratori della regione per valutare gli effetti della spending review.

3)     Ragionare sulla necessità di evitare l’ulteriore marginalizzazione e abbandono dei territori del Lazio al di fuori dall’area metropolitana di Roma a causa dell’attuazione del decreto del governo che rischia, tra l’altro, di causare una ridefinizione dei confini della regione stessa, sulla base di parametri decisi non si sa da chi e su quali basi'.

4)     Sottolineare che il pericolo principale riguarda la sopravvivenza delle province nel brevissimo periodo a causa della drastica riduzione di risorse che impedisce di chiudere i bilanci correnti con tagli indiscriminati sulle entrate proprie delle amministrazioni.

5)     Porre in primo piano ''la peculiarità della regione Lazio che in passato non ha contribuito all’indiscriminato proliferare delle province, mantenendo inalterato da oltre 80 anni il proprio assetto istituzionale, e che soprattutto deve fare i conti con la presenza al proprio interno della capitale del Paese; una presenza che di fatto ha creato e accentuato nel tempo un forte squilibrio tra Roma e gli altri territori, sia in termini di risorse che di funzioni. Uno squilibrio che i provvedimenti del governo accentuano in modo drastico, svuotando e di fatto estinguendo, prima ancora che nascano, le nuove realtà provinciali con gravi danni e disservizi per i cittadini''.

6)     Dare positive risposte alla volontà espressa da molti Comuni dell’attuale provincia di Roma di non voler far parte dell’area metropolitana della capitale. Ciò  rende necessaria una riflessione sul tema del restringimento del’area metropolitana stessa e sui reali poteri e funzioni da assegnare alla capitale d’Italia.

Nelle stesse ore della riunione di Rieti la commissione Bilancio del Senato approvava alcune modifiche al testo del Governo: si conferma che a  scomparire saranno le realtà con meno di 350mila abitanti e 2.500 chilometri quadrati di estensione. Si cancella il termine “accorpamento”, sostituito da “riordino”. La riorganizzazione dovrà avvenire entro 60 giorni dalla data di conversione del decreto. Per le proposte di riordino si danno 70 giorni ai Consigli delle autonomie locali. Nei 20 giorni successivi la parola spetterà alle Regioni. Le Province continueranno ad occuparsi di edilizia scolastica. Alla luce delle modifiche succintamente riportate, ritengo utile sottolineare come ai Cal sia stato delegato un ruolo centrale. Cioè non più la generica espressione di un “parere”, bensì la formulazione della  vera e propria “proposta di riordino” delle province nell’ambito di ciascuna Regione. Ne consegue che per i giorni 12-13-Settembre, nei quali i presidenti hanno previsto di indire a Fiuggi la riunione-assemblea del Cal, vi è l’urgenza di discutere alla luce di una istruttoria, sia pure di massima, delle volontà politiche già esplorate”.