OPERAZIONE "MAGA MAGO'", NUOVI SCENARI

Non solo la 36enne arrestata lo scorso novembre. A far parte della banda criminale con base a Piacenza che truffava molti cittadini ciociari e dell'intera Penisola altre tre persone finite in manette

Lo sviluppo dell’attività investigativa che portò all’emissione  dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere  nei confronti di M.O. 36enne di Piacenza da parte  della locale autorità giudiziaria, quale  responsabile di truffa aggravata  commessa  nel campo esoterico nei confronti di ignara vittima del frusinate soggiogata con false  profezie e costretta a dilapidare un patrimonio di circa  200mila euro, ha fatto emergere,  nonostante la complessità, altri allarmanti aspetti oltre a quanto illustrato nel corso della conferenza stampa  tenutasi  presso questo comando  il 22 di novembre del 2012. Nell’arco temporale trascorso, i militari del dipendente Norm e della Stazione capoluogo attraverso una certosina analisi delle dinamiche delittuose hanno potuto scoprire che l’episodio era stato concertato nell’ambito di un sodalizio criminale con base logistica in Piacenza e operante in  tutto il territorio nazionale. Gli autori mediante una oculata diffusione pubblicitaria inneggiante sedicenti maghi dotati di poteri paranormali in grado di risolvere problemi sentimentali, lavorativi, di salute, di scongiurare malefici, invidie, concepimento di figli ecc.,  fatta opportunamente apparire su varie riviste astrali, hanno attirato in vere proprie trappole una moltitudine di persone di tutta Italia, speranzose di risolvere le loro problematiche attraverso le prestazioni di costoro. In sostanza, le nuove risultanze investigative hanno evidenziato la particolarità organizzativa dell’intero pool criminoso costituito da quattro soggetti, i quali una volta accalappiate le vittime, contrariamente a quanto sperato da quest’ultime circa la possibilità di ottenere la risoluzione dei loro guai, veniva prospettato continuamente il peggiorare della loro già grave e preoccupante situazione personale caratterizzata anche dal sopraggiungere di mali futuri per i quali non era sufficiente un semplice lavoro occulto. Con tali false motivazioni, a intervalli, costoro chiedevano alle vittime che per la riuscita delle “lavorazioni” pretendevano l’invio di consistenti somme di danaro contante, necessario per procedere alla complessa e articolata valutazione del loro caso e quindi per il raggiungimento della  definitiva dei problemi. L’organizzazione, per l’appunto, aveva attivato in tre località diverse ( Fidenza, S. Donato Milanese, Cremona), caselle postali  laddove i malfattori si facevano spedire buste imbottite raccomandate 1 con all’interno cospicue somme di danaro che successivamente ritiravano. Con la  loro collaudata abilità e la predisposizione dei vari punti di appoggio lontani dalla base operativa di Piacenza e dei nomi di falsi veggenti a cui erano dedicati  svariate utenze mobili, da una parte soggiogavano le vittime facendo in modo che credessero fermamente nei malefici dai quali sarebbero state colpite riuscendo poi a infondere l’idea che per impedirne la realizzazione era indispensabile il loro costante intervento con le approfondite “analisi occulte”, per le quali, come detto, pretendevano onerosi pagamenti e dall’altra rendere estremamente difficoltose eventuali indagini tese a dimostrarne le  responsabilità penali. Altro aspetto che rimarca la strategia criminosa messa a punto, consiste nel fatto che le vittime, individuate in Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Marche, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, subito dopo la spedizione dei soldi dovevano necessariamente distruggere la ricevute, altrimenti i malefici non sarebbero stati sconfitti. Gli investigatori, non agevolmente, sono riusciti a individuare buona parte del flusso delle raccomandate ritirate dai malfattori presso le suddette caselle postali e quindi  individuare un numero impressionante di persone cadute nella rete. La maggior parte delle stesse hanno denunciato di essere state raggirate in tale modo indicando perfino il numero delle utenze contattate. I nomi di fantasia utilizzati erano “PROFESSOR BERNARDO”, “MAGA GEMMA”, “MAGO GIORGIO”, “MAGA MARIA VITTORIA”, “MAGA UBALDINA” ecc. Altra particolarità utilizzata dai malviventi per la realizzazione del disegno criminoso truffaldino, riguardava la perfetta interscambiabilità dei ruoli e dei mezzi impiegati  dedicati al servizio “esoterico”. Le indagini sono iniziate agli inizi del 2012 e terminate con le emissione di ordinanza di custodia cautelare da parte del Gip di Frosinone, Annalisa Marsano, a seguito di richiesta del Pm della locale Procura, Vittorio Misiti, per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Alle prime ore della mattinata odierna a Piacenza, i militari del Norm e della locale Stazione hanno dato esecuzione al provvedimento arrestando S.G. anni 40 di origine pugliese successivamente tradotto al carcere del luogo; M.O. 47enne, la quale era già stata colpita da analogo provvedimento in data 21 novembre 2012  scaturito dalla prima fase investigativa e B.M., 52 enne, entrambe agli arresti domiciliari, mentre è attivamente ricercato A.S. 45 enne  già gravato da altro provvedimento emesso in epoca antecedente per altri analoghi fatti, quest’ultimi tutti di Piacenza.