Uiltec Frosinone, preoccupazione per quanto accade alla Prima Components Italia

E' quanto e' stato espresso durante l'attivo che si e' tenuto ad Anagni

Uiltec Frosinone, preoccupazione per quanto accade alla Prima Components Italia

La Uiltec di Frosinone lancia l’allarme per la situazione in cui versano stabilimenti del gruppo Prima Components Italia.

A Paliano, Ferentino e Anagni, i dipendenti sono con contratti di solidarietà, lavorano pochi giorni al mese e i loro redditi sono, di conseguenza, bassi. Troppo per le famiglie, che sono in difficoltà e che non potranno andare avanti a lungo in queste condizioni.

Non c’è un piano industriale, anzi, la dirigenza sta convocando i lavoratori per capire chi vuole andare via.

Un segnale negativo per il territorio – ha spiegato il Segretario Generale Territoriale Giuseppe Cacciani – perché questo modus operandi dei vertici della Prima ci dà l’impressione che non ci sia una prospettiva per il futuro e questo ci preoccupa”.

Parole pronunciate durante l’attivo che si è tenuto ad Anagni tra la dirigenza del sindacato e i lavoratori degli stabilimenti Prima Components.

Ci eravamo lasciati a dicembre con il gruppo Prima – ha incalzato Caccianini con l’accordo di rivederci con cadenza mensile ma, ad oggi, non c’è stata alcuna convocazione. Non abbiamo visto un piano industriale, si naviga a vista con gli ammortizzatori sociali. La situazione è critica. Crediamo sia necessario mettere in piedi un tavolo istituzionale per trovare ammortizzatori alternativi al contratto di solidarietà, per proteggere i lavoratori e avere un piano industriale capace di dare continuità ad un gruppo che in provincia contava oltre 620 dipendenti, oggi scesi sotto i 520, e prospettive nebulose perché non ci sono all’orizzonte nuovi modelli da produrre. Forse si dovrà attendere il gennaio del 2026 per i modelli nuovi in Europa, ma a quella data dobbiamo arrivarci e senza nuovi sostegni al reddito le famiglie non possono farcela”.

Dello stesso avviso il componente della segreteria Alessandro Piscitelli: “La crisi dell'automotive che sta investendo in modo pesantissimo la componentistica – ha detto – ha bisogno di essere sostenuta il più possibile, perché i lavoratori che sono coinvolti non possono essere allontanati dall'unica fonte di reddito e neanche essere neanche illusi di poter trovare nuove occupazioni. Sappiamo che le decisioni non spettano più all’Italia ma all’Europa, per il rilancio del comparto dell’automotive occorre tempo, quello che i dipendenti non hanno.

Chiediamo una protezione sufficiente per loro – ha continuato Piscitelli – non accettiamo che ci siano forzature nei confronti dei dipendenti, con l’obiettivo di liberarsi di un numero di lavoratori che in questa fase non servono. Usiamo tutti gli ammortizzatori e tutte le norme che sono a disposizione per dare maggiore tranquillità senza stressare i lavoratori costringendoli a fare scelte che potrebbero poi rivelarsi dannose. Vanno rispettati i contratti e le norme. Aumentiamo il numero dei mesi di solidarietà, troviamo soluzioni con spinte gentili e non con violenza”.