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IL CONVEGNO ORGANIZZATO DALL'ACCADEMIA BONIFACIANA

ANAGNI - Successo per il convegno “I principi e il senso cristiano della vita nella società e nella gioventù d’oggi”, con un relatore d’eccezione nella persona del Cardinale Dario Castrillón Hoyos, Prefetto emerito della Congregazione per il Clero.

Successo per il convegno “I principi e il senso cristiano della vita nella società e nella gioventù d’oggi”, con un relatore d’eccezione nella persona del Cardinale Dario Castrillón Hoyos, Prefetto emerito della Congregazione per il Clero e Gran Priore Spirituale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, voluto ed organizzato dall’Accademia Bonifaciana in occasione dell’ottava edizione del Premio Bonifacio VIII.
“Ritengo che non si possa venire ad Anagni – ha detto tra l’altro l’eminente Porporato, nella Sala della Ragione - senza fare memoria del suo glorioso passato; perfino le solide pietre scolpite che abbelliscono chiese e palazzi ne sono testimoni eloquenti, e l’evento che stiamo celebrando nel nome del grande Pontefice Bonifacio VIII  costituisce esso stesso un potente richiamo alla riflessione. L’Accademia Bonifaciana, traendo ispirazione dal messaggio di pace del Papa del primo Giubileo cristiano, persegue indubbiamente – ha rimarcato Castrillón Hoyos - un obiettivo perennemente attuale  per il bene dell’umanità, coniugando la promozione culturale con i valori dello spirito, senza tralasciare un significativo impegno sociale a favore di diverse situazioni di disagio e di indigenza. L’esperienza umana e pastorale del vostro illustre concittadino, Papa Bonifacio VIII, ci offre un esempio importante per affrontare saggiamente le ardue sfide che in ogni epoca si frappongono all’annuncio evangelico e alle scelte di vita ad esso conformi.
Il celebre episodio dello “schiaffo di Anagni”, al di là delle sue effettive modalità di attuazione, benché in ogni caso non siano affatto trascurabili, ha costituito indubbiamente un grave oltraggio al Vicario di Cristo e alla totalità della Chiesa, suo Corpo mistico. Un tale attacco frontale alla Respublica Christiana ha generato, inoltre, una deviante prospettiva conflittuale nella vita delle istituzioni e dei popoli europei, aprendo la strada a quella prepotente strategia di intransigente secolarizzazione che oggi riappare sotto un abusato alibi di libertà di pensiero e di autonomia della coscienza. Ma proprio libertà e coscienza sono le due categorie concettuali che soffrono violenza a causa di un’intollerante egemonia di logiche relativistiche ad oltranza.
Nonostante le false detrazioni di certa storiografia manipolata, la grande personalità spirituale di Bonifacio VIII – ha continuato il Cardinale colombiano - emerge chiaramente dall’intento di difendere la libertà e i diritti della Chiesa e del popolo cristiano, compendiati nell’istituzione dell’anno giubilare e nella promulgazione della bolla “Unam Sanctam”. Il rispetto reciproco tra Chiesa e società civile non può prescindere  dall’inalienabilità del diritto – dovere della prima nel tutelare il deposito della fede, esercitando senza condizionamenti il proprio mandato missionario”.
Poi, rivolgendosi ai numerosi studenti presenti in Sala, a cui il tema della relazione era dedicato, ha detto: “Cari giovani, mi rivolgo specialmente a voi, cui è affidato il futuro della società, con le parole del Venerabile Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! … Non abbiate paura! Cristo sa <>. Solo lui lo sa!”… L’Europa di San Benedetto e dei santi Cirillo e Metodio, ancora sfolgorante nelle sue cattedrali, radicata “geneticamente” nel sigillo dello spirito cristiano, ci viene presentata come una indistinta massa geografica che dovrebbe farsi risalire a non si sa quale indefinito processo di sviluppo antropologico. A questo artificioso ragionamento è riconducibile la negazione delle radici cristiane dell’Europa decretata dai moderni soloni e imposta a milioni di uomini di cui si è cinicamente ignorata la più sacra appartenenza identitaria come singoli e come nazioni. La lotta al Crocifisso e a ogni altro simbolo della fede cristiana sotto il pretesto di un ingannevole rispetto della laicità o di un diverso sentire religioso è diretta propaggine di una siffatta cultura generatrice di odio e di divisione. Quella stessa cultura – ha affermato ancora il cardinale -  che vorrebbe privare voi, cari ragazzi, dell’eredità più grande che vi sia mai stata donata, la libertà dello spirito nel segno della grazia: “La verità vi farà liberi”. Voi giovani siete nel presente quell’olio rigenerante che scorre dall’olivo robusto della civiltà cristiana sulla quale è innestato il rigoglioso sviluppo di questo antico continente. Diffondete il profumo di Cristo con la vostra vita”.