ANAGNI - La Safe Nanotech brevetta ad Anagni vernici navali che superano il problema della tossicità.">

'LAVORIAMO LE SOSTANZE IN SCALA NANOMETRICA'

ANAGNI - La Safe Nanotech brevetta ad Anagni vernici navali che superano il problema della tossicità.

"Vede? Così modifichiamo la materia: abbiamo scoperto le tecniche per lavorare le sostanze su scala nanometrica. Significa che possiamo intervenire sulla struttura molecolare indirizzando le molecole a organizzarsi in determinate strutture anziché altre. La molecola si conforma in un certo modo secondo fattori quali il Ph, la temperatura, la pressione: noi la forziamo a comportarsi diversamente modificando questi fattori con strumenti chimici, dall'aggiunta di un acido a una modifica della temperatura. Le strutture vengono trattate su base nanometrica". Quant'è grande un nanometro? "Un miliardesimo di metro. In un nanometro entrano cinque atomi. Capisce a che scala siamo arrivati? A seconda delle impostazioni che diamo, verificandole col microscopio elettronico, il materiale diventa più duro, più resistente alla corrosione, più elastico". Lo scienziato in camice bianco che abbiamo di fronte si chiama Luca Prezzi, e non siamo in Silicon Valley, bensì ad Anagni. Luca, 36 anni, è approdato nella "città dello schiaffo" venendo da lontano. È nato nientemeno che in Sierra Leone, dove il padre ("una personalità carismatica a cui devo moltissimo"), rappresentava l'Eni in cui era stato assunto nel 1958 da Enrico Mattei. Rientrato in Italia quando aveva tre anni, ha studiato a Roma fino a laurearsi in chimica industriale, con una tesi sull'avveniristico settore delle nanotecnologie, proprio quello in cui oggi lavora. Dopodiché nuovo spostamento stavolta in Inghilterra dove ha preso il PhD in ingegneria dei materiali all'Iptme (Institute of polymer technology and materials engineering) nel Leichestershire, con una doppia borsa di studio: dell'International Coatings, un'azienda del gruppo olandese Akzo, e dell'Epsrc, il corrispondente inglese del Cnr. "Devo tutto alla specializzazione nel nanotech", spiega. "Eravamo davvero pochi in Europa ad averlo approfondito fino a pochissimi anni fa". Dopo il dottorato, nel 2004 il rientro in Italia, non prima di una sosta di qualche mese in Svizzera, a Losanna, dove intanto si era trasferita la famiglia. "Sono cittadino svizzero e mi divido fra i due paesi: a Losanna intendiamo stabilire in futuro la base per l'espansione internazionale della nostra azienda". L'azienda si chiama Safe Marine Nanotechnology. L'ha fondata nel 2005 con il fratello Matteo, di tre anni più grande, a sua volta dotato di Mba e di una cospicua esperienza internazionale, e di un terzo socio, Gianandrea Gazzilli, anch'egli specializzato in finanza. "Ci integriamo alla perfezione, io rappresento l'anima scientifica del gruppo e loro quella commerciale". L'azienda è vissuta fino a pochi mesi fa, quando si è trasferita nello stabilimento di Anagni ("dobbiamo ancora finire di pagarlo"), nell'incubatore del Bic Lazio, la società pubblica per la promozione delle iniziative imprenditoriali più innovative, a Ferentino. "Hanno un parco scientifico-tecnologico molto efficiente - conferma Luca - e sicuramente il fatto di esserci appoggiati preso la loro infrastruttura ci ha permesso di guardarci intorno con calma e attenzione prima di puntare in particolare verso un settore".Il settore in questione è quello delle vernici navali. La Safe ha realizzato un particolare tipo di vernice ecologica: "Il problema con le vernici è nelle sostanze nocive che si sprigionano durante l'essiccazione, cioè il passaggio dallo stato liquido a quello solido, e che derivano dai solventi. Noi grazie alle nanotecnologie siamo riusciti a trattare le resine alla base delle vernici in modo tale da modificarne gli elementi costituenti. Introduciamo delle sostanze all'interno delle resine stesse che ci consentono di influenzarne la morfologia a livello molecolare. Insomma ne modifichiamo la composizione chimico-fisica. Uno dei risultati è che non si utilizzano solventi". Con le stesse tecniche, la Safe ottiene anticorrosivi "autoriparanti" e vernici "ceramiche" per yacht. "Noi abbiamo cominciato quando eravamo ancora nel parco tecnologico di Ferentino, grazie a un accordo con un armatore, a vendere vernici per grandi navi. È però un mercato difficile, per il quale servono dimensioni e quantitativi prodotti da multinazionali. Invece nel settore delle barche da diporto vediamo spazi più gestibili anche perché molti cantieri piccoli e medi sono in Italia. È un settore peraltro dai più alti margini e che vale 25 milioni l'anno in Italia, un mercato nel quale realisticamente contiamo di coprire il 20% entro due anni". Purché, Luca non lo dice ma lo lascia intendere, si trovi qualche socio forte in grado di ricapitalizzare la società e sostenerne lo sviluppo in questa fase di passaggio da start-up a protagonista del mercato.