“Agrinsieme sospesa in E.Romagna per tensioni con Cia territorio. E Scanavino, in scadenza, porta Coordinamento in giunta nazionale per ‘valutazioni’
Da quanto apprende AGRICOLAE il coordinamento di Agrinsieme è stato sospeso in Emilia Romagna.
La motivazione - sempre da quanto si apprende - sarebbe da attribuire ad alcune tensioni con le sedi territoriali della Cia. In vista del rinnovo dei vertici regionali di Agrinsieme, si è deciso di mettere tutto in pausa per fare chiarezza. E poi, in caso, ripartire.
E mercoledì 22 il presidente Dino Scanavino ha messo al punto 4 dell'ordine del giorno della riunione di giunta "Coordinamento Agrinsieme: informazioni e valutazioni".
Ci sono stati inoltre attriti tra la Cia e la Copagri in un primo momento in relazione alla Cun cereali e in seguito per lo stand allestito a Firenze in occasione del G20. La Confederazione guidata fino alla prossima metà del mese di marzo da Dino Scanavino non avrebbe voluto che la Copagri fosse presente con un suo proprio stand in egual misura agli altri componenti del coordinamento di Agrinsieme.”
A seguito della notizia dell’ultima ora, secondo cui l’estrema contrarietà del sistema CIA al progetto Agrinsieme – ostracismo e spocchiosa autoreferenzialità, purtroppo emersa in modo evidente in Piazza della Repubblica a Firenze ove durante il G20 si è evidenziata tutta la artificiosità di un Agrinsieme che deve decidere se vuole esistere o rappresentare occasionalmente le tristi individualità degli interessati di giornata; una piazza in cui non è emersa la forza della sintesi, di una strategia chiara per rilanciare l’agricoltura italiana, ma quella piazza ha ospitato una kermesse di paillettes e di autocelebrazione, dove dove stand senz’anima e senza condivisione hanno rischiato, per fortuna non riuscendoci, di offuscare quell’enorme patrimonio di aziende, storie, cultura che le varie anime di Agrinsieme potrebbero rappresentare. Quella ricchezza e quel valore aggiunto che nella stessa piazza sono fortunatamente emerse con forza attraverso quell’arcobaleno di sapori che abbiamo potuto degustare ringraziando l’unicità dei nostri territori e il sorriso dei nostri produttori... “a pensar male si potrebbe pensare che l’ostracismo della CIA sia frutto di una legittima paura che il re sia nudo e che Confagricoltura e Copagri (ognuna delle quali su traiettorie ben difinite) siano dinamo maggiore in grado di valorizzare strategicamente e fattivamente il processo di Agrinsieme relegando la CIA a quella pura comparsa che in troppi territori già è realtà.
Non solo l’Emilia Romagna della cooperazione, ma anche nel Lazio ed in altre regioni il processo Agrinsieme viene sabotato. Appare assurdo eppur vero che la CIA Lazio – e in calce riportiamo l’estratto del verbale della giunta regionale
“BIAGETTI: voterà a favore del commissariamento. Interviene per precisazioni sulla vicenda dei fascicoli. Premette che i fascicoli sono patrimonio della Cia e non appartengono ne a Rieti ne a Roma. Lo spostamento, provvisorio, deriva da questioni precedenti legate alla convocazione dell’assemblea del CPOL. Convocata in un luogo lontano dalla Sabina e che nomina in cda il responsabile del COPAGRI. Inoltre, forse un’illazione, c’era l’intento di portare quei fascicoli a un’altra organizzazione.”
abbia commissariato la CIA Rieti (realtà di fatto defunta nel 2016 e rilanciata con forza dal sudore e la passione dell’ex presidente Marini e da un gruppo dirigente che ha avuto la capacità e la forza di sostenere e incentivare un territorio martoriato dal tragico evento sismico del 2017, nonostante le speculazioni di un’organizzazione nazionale che pensava solamente alla luce dei riflettori e ad un kit all’amatriciana con prodotti di aziende di Cremona e... Roma) poiché questa realtà territoriale aveva avviato un vero processo di valorizzazione dell’idea di Agrinsieme coniugando e mettendo insieme in una strategia unica le varie anime che dovrebbero cooperare in un processo di rilancio della ruralità.
Ebbene, questo piccolo percorso che cercava di valorizzare e praticare davvero l’idea di Agrinsieme, è stato silurato e commissariato dalla CIA Lazio ed in particolare da chi nella Sabina vede solo un interesse di speculazione della filiera dell’olio ed un pacchetto di fascicoli di cui disporre a proprio piacimento bypassando gli stessi imprenditori agricoli. Risulta abbastanza incomprensibile come possa esistere Agrinsieme Lazio quando il direttore della CIA Roma dichiara di aver arbitrariamente, con l’avallo del nazionale (probabilmente il presidente Scanavino ha già da tempo deciso di svendere l’idea di Agrinsieme in cambio di una propria conferma del terzo mandato che richiederebbe evidenti compromessi per poter cambiare le regole attuali) spostato centinaia di fascicoli da Rieti a Roma – si tenga presente che nessun imprenditore è stato interpellato... evidentemente per alcuni dirigenti non solo non esiste Agrinsieme ma neanche i loro associati – dichiarando esplicitamente che si temeva che la CIA Rieti favorisse il passaggio di aziende a Copagri.
Risulta evidente che né la CIA Lazio, di un presidente Pini troppo impegnato tra Italia Olivicola ed una regione Lazio che non è solo Viterbo, né l’organizzazione nazionale presieduta da Scanavino che ha recepito e avallato tali posizioni anti-Copagri, già da mesi boicottano il processo Agrinsieme utilizzandolo solamente in termini utilitaristici e soprattutto indebolendo e sabotando un processo che potrebbe e dovrebbe davvero dare forza ed importanza al comparto primario italiano.
Ed allora alla luce di questo e di tali documenti ci chiediamo come possa l’attuale coordinatore di Agrinsieme, il presidente Massimiliano Giansanti, che da anni quotidianamente si batte con forza, passione e competenza per dare dignità e prospettiva all’agricoltura italiana, voler continuare a rappresentare una realtà dall’enorme potenzialità che invece si perde nei piccoli interessi di bottega... proprio quelli che hanno indebolito e massacrato la nostra agricoltura.
Allo stesso tempo speriamo che lo spessore e la dignità dei rappresentanti di Copagri Lazio, Confagricoltura sex shop Lazio ne, Legacoop Lazio possa dar nuova energia a un Agrinsieme Lazio “sciacallata” da piccoli protagonisti troppo interessati ad accordi di filiera e di partito piuttosto che al bene dell’agricoltura.