Il consiglio regionale del Lazio si è sciolto. Stamattina, infatti, il presidente dello stesso, Mario Abbruzzese, ha firmato il decreto di scioglimento dell'assemblea dopo la ratifica delle dimissioni della presidente di Regione, Renata Polverini, avvenuta ieri. Ultimo atto ufficiale della Polverini è stata l'attuazione di un proprio decreto determinando la riduzione a dieci unità (erano quindici) del numero degli assessori della giunta. Dopo la redistribuzione delle deleghe, in giunta ci sono Fabiana Santini (Cultura, Sport, Politiche Giovanili e Turismo), Maria Zezza (Politiche per il lavoro e formazione professionale, Istruzione e diritto allo studio), Fabio Armeni (Risorse umani, Demanio e patrimonio), Teodoro Buontempo (Casa, Terzo settore, Servizio civile e Tutela dei consumatori), Giuseppe Cangemi (Enti locali e sicurezza, Ambiente e sviluppo sostenibile, Politiche dei rifiuti), Stefano Cetica (Programmazione, bilancio e informatizzazione), Luciano Ciocchetti (Territorio e Urbanistica), Pietro Di Paolantonio (Sviluppo economico e Agricoltura), Aldo Forte (Politiche sociali della famiglia), Luca Malcotti (Infrastrutture e lavori pubblici, Mobilita' e trasporti). Escono dunque dalla giunta gli ex assessori Stefano Zappalà (Turismo), Marco Mattei (Ambiente), Gabriella Sentinelli (Istruzione), Francesco Lollobrigida (Trasporti) e Angela Birindelli (Agricoltura). Questa ha però rassegnato le dimissioni anche a causa di un presunto avviso di granzia per il Vinitaly notificatole dalla Procura di Viterbo. La Birindelli ha comunque smentito questa motivazione: “Non esiste la questione viterbese - ha dichiarato al Corsera -. Semplicemente io, dopo la nomina all'Agricoltura, ho inteso fare l'assessore e non l'avatar di altri. Però come dicevo ho dato fastidio. Avrei fatto meglio a dimettermi prima. Ma non volevo che il mio gesto fosse confuso con un'ammissione di colpa”. Intanto con soli due anni e mezzo di legislatura i consiglieri potranno godersi un sostanzioso vitalizio di 3800 euro mensili. Basta che integrino volontariamente la restante parte dei contributi fino a fine legislatura. Altra tegola per l'oramai ex maggioranza: il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare di fronte alla Corte costituzionale le modifiche al “Piano casa” approvate dalla Regione Lazio nell'agosto scorso, perché contenenti "alcune disposizioni in contrasto con le norme statali in materia di tutela del paesaggio ed in materia di governo del territorio". In particolare si tratta della legge della Regione Lazio n. 12 del 6 agosto 2012, che interveniva sulla precedente normativa già approvata, per correggere disposizioni sulle quali il ministero dei Beni culturali aveva già eccepito, ma il governo non ha ritenuto sufficienti le modifiche.