SCALIA SU SANITA' E SERVIZI SOCIALI

Il consigliere regionale interpella la Polverini

“Vanno subito fugati i dubbi circa il ridimensionamento dell’ospedale di Alatri. Le vicende degli ultimi giorni circa il futuro del San Benedetto stanno  generando tra i cittadini di Alatri e dell’intero comprensorio allarme e preoccupazione”. Il consigliere regionale del Pd, Francesco Scalia, attraverso un’interrogazione urgente alla presidente Poverini, chiede di mettere in atto iniziative volte ad evitare il depotenziamento della struttura di Alatri e a garantire una migliore e più adeguata offerta sanitaria in provincia di Frosinone. “Non siamo disposti ad accettare ulteriori tagli ai posti letto nella nostra provincia. Il servizio sanitario – continua Scalia - necessita di interventi di riorganizzazione, anche perché le scelte finora adottate non hanno favorito le realtà locali, né offerto agli utenti servizi sanitari adeguati alle esigenze del territorio”. Nell’interrogazione presentata, il consigliere Scalia punta il dito contro alcuni trasferimenti già avviati, dalla struttura di Alatri a quella di Frosinone, insieme alla riduzione del personale e all’accorpamento di reparti strategici come ortopedia e chirurgia. “Risulterebbe del tutto incomprensibile un ridimensionamento dell’ospedale San Benedetto, dopo gli importanti finanziamenti ottenuti negli anni passati per l’ammodernamento della struttura. Se la strategia della giunta Polverini è quella di svuotare l’ospedale di Alatri per poi giustificarne la chiusura, noi la contrasteremo con tutte le nostre forze. Non accetteremo altri saccheggi da questa destra, né ad Alatri, né tantomeno negli altri comuni della nostra provincia”. Scalia interviene poi sui servizi sociali: “Non è accettabile che per l’inerzia della giunta regionale, vengano negati servizi fondamentali come l’assistenza a minori, anziani e disabili. Bisogna dare immediatamente corso al pagamento degli oneri già stanziati dalla Regione, per scongiurare la chiusura di servizi essenziali per 26 comuni con oltre 120 mila abitanti. Già all’inizio del 2012 – continua - presentai un’interrogazione urgente riguardo i mancati pagamenti da parte della Regione e la possibile chiusura del consorzio; ma a distanza di sette mesi, l’amministrazione regionale non ha ancora risolto la questione, causando la sospensione di servizi di primaria importanza che rivestono un ruolo centrale nella tutela dei diritti dei cittadini che vivono in situazioni di disagio”. La chiusura di tali attività lascerebbe senza tutela migliaia di persone, le quali sono già molto preoccupate e avrebbe una forte ripercussione negativa sull’occupazione del territorio. Arrecherebbe, altresì, un aggravio di spese per le famiglie che sono costrette a rivolgersi a strutture private per servizi che dovrebbero invece essere garantiti dal pubblico. “Mi associo all’appello dei tanti genitori che si sentono abbandonati in questo momento – conclude Scalia - non possiamo permettere che l’assistenza delle persone meno fortunate, siano condizionate da una cattiva gestione del bilancio regionale”.