"Dopo aver visto in questi ultimi anni gravi latitanze ed omissioni degli alti esponenti governativi in merito alle scelte di politica industriale, ritengo che per la Fiat Auto non si possano commettere gli stessi errori. In un momento in cui la maggior parte degli esponenti politici sembra essere interessata solo a scegliersi l'alleato più conveniente in vista delle elezioni politiche, i circa 10.000 Lavoratori Fiat del Cassinate, tra interni ed indotto, si sentono abbandonati dal Governo in carica. Il ministro Fornero ha dichiarato che ci sarà un incontro con Marchionne, ma tutto sembra essere ancora nebuloso e dagli esiti incerti. La mancata presentazione di un piano industriale e quindi la mancanza di auto da produrre nello stabilimento cassinate non è e non può essere casuale o frutto solo delle mancate vendite. E' esattamente il contrario: a seguito di un piano, non palese, di Fiat di smobilitare si fa in modo che i numeri deludenti delle vendite portino a giustificare decisioni di chiusura da parte di Marchionne. Il gioco perverso non e' difficile da capire per chi si intende di programmi industriali e quindi non posso credere che un personaggio del calibro del ministro Passera non abbia afferrato il vero piano Fiat. Ma Passera non si espone, viene mandata in avanscoperta la Fornero che ha il compito arduo di farsi ricevere da Marchionne! Insomma non possiamo continuare, noi gente del Cassinate, Lavoratori e politici tutti, a farci menare per il naso dal Governo tecnico e dall'ad Marchionne. Perdere 10.000 posti di lavoro significa che ritorneremo ad essere Terra di Lavoro con la zappa, la vanga e la valigia, non più di cartone, ma prodotta in Cina, per emigrare. Le nostre intelligenze e la nostra storia dal dopoguerra ad oggi non ci possono portare ad accettare passivamente questo destino ormai alle porte. Così come e' stato per altre situazioni occorre una vera mobilitazione congiunta di tutte le forze del Territorio, non per petire a Marchionne un piano che c'è, ma non e' quello che noi vorremmo; la mobilitazione deve essere per fare in modo che si continui a produrre nello stabilimento di Cassino prescindere dal fatto che la proprietà sia italiana o meno. La Fiat Auto nel corso della sua storia ha avuto tanto in termini di risorse pubbliche ossia di risorse che derivano dalle tasse pagate dagli Italiani, oggi allora la proprieta degli stabilimenti ed anche lo stabilimento di Cassino può a ragione e conti alla mano essere tranquillamente rivendicata dal Governo italiano. Tutti ricordiamo bene che il marchio Alfa Romeo e lo stabilimento di Pomigliano furono ceduti per una lira simbolica! Oggi quella lira si e' rivalutata e dobbiamo essere noi Italiani a dare il benservito allo svizzero Marchionne. E' con questa proposta forte e dirompente che inviterò gli esponenti di tutte le rappresentanze sociali, sindacali, industriali, commerciali, amministrative e politiche della nostra Provincia a convergere verso un'azione unitaria. Dobbiamo essere uniti per fronteggiare un attacco vigliacco e subdolo di una multinazionale che pur avendo origini italiane, si sta comportando come tutte le altre: dopo aver sfruttato le risorse pubbliche oggi trova più conveniente mettere in atto strategie produttive nelle quali i lavoratori italiani vengono coinvolti solo per andare ad addestrare pro tempore i loro colleghi stranieri. Al loro rientro in Italia pero' potrebbero trovare il loro stabilimento chiuso per sempre. Non possiamo e non dobbiamo consentirlo!”. Lo dichiara in una nota la consigliera regionale dell'Italia dei valori, Anna Maria Tedeschi.