"Ringrazio il presidente Abete, perché mi ha ricevuto interrompendo le sue vacanze. Abbiamo fatto una chiacchierata e si è mostrato molto sensibile però non può interferire sugli organi di giustizia sportiva. E' una grande soddisfazione essere ricevuto dal presidente della Figc - ha riferito dopo l'incontro il calciatore Emanuele Pesoli che nei iorni scorsi gsi era incatenato davanti gli uffici della federazione per protestare contro la condanna a tre anni nell'ambito di "Scommessopoli -", ma la mia protesta era volta ad ottenere un confronto con chi mi accusa, che purtroppo non ci sarà". Così l'ex calciatore del Siena racconta così dell'incontro di un'ora e venti minuti con il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete. A prescindere dal mancato faccia a faccia con i suoi accusatori, Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio, lunedì pomeriggio Pesoli tornerà in aula per il secondo grado del processo al Calcioscommesse. "Sono fiducioso perché non ho fatto niente - ha ammesso uscendo dalla Figc -. Avrei voluto guardare quei due in faccia, ma non mi è stato concesso. Mostrerò però le mie ragioni con la grinta che ho dentro perché ho voglia di tornare in campo. Non è giusto che mi venga addebitato un illecito sportivo per una partita finita 5-0, in cui non ho fatto nulla, per mezze cose che raccontano questi due. Li invito ancora a venire in aula. Se hanno il coraggio il 20 io sarò lì".