SCALIA, PRESENTA INTERROGAZIONE PER LA SELVA DI PALIANO
Francesco Scalia, dopo l’esito dell’ultima asta giudiziaria su La Selva di Paliano, interviene sulle questioni sollevate dal PD locale.
25 settembre 2011, STORICO
“Ho presentato oggi alla Presidente Polverini e all’assessore all’Ambiente,
Marco Mattei, un’interrogazione urgente per conoscere l’attuale perimetrazione
della proprietà dei lotti inclusi nell’istituendo Monumento Naturale ‘La Selva
di Paliano’, e i motivi per cui si è determinata l’esclusione di un’importante
parte di territorio”. Ad annunciarlo il consigliere regionale PD, Francesco
Scalia, che dopo l’esito dell’ultima asta giudiziaria su La Selva di Paliano,
interviene sulle questioni sollevate dal PD locale. Nel testo del documento
depositato da Scalia si legge: “Nella perimetrazione giunta in Commissione
Ambiente risultano stralciati, rispetto alla proposta originaria, cinquanta
ettari di terreno, recentemente acquistati da un imprenditore locale; si tratta
di ampie zone di territorio pregiato che, per le caratteristiche di omogeneità
con le porzioni confinanti, avrebbero dovuto far parte integrante dell’area del
Monumento Naturale, così come si sarebbero dovute unire le due parti del
Monumento, Mola Piscoli e Selva di Paliano per dare continuità all’Area
protetta”. “La modifica apportata alla perimetrazione dell’area protetta-
afferma Scalia – sembrerebbe strettamente connessa con le iniziative intraprese
nei mesi scorsi dal Comune di Paliano che con una delibera del Consiglio
comunale apporta una variante urbanistica al PRG prevedendo un aumento di
cubatura realizzabile nell’intero complesso naturale della Selva, destinate ad
attività turistico-ricettive. Per contrastare ogni tipo di speculazione edilizia
intorno all’area protetta della Selva di Paliano – conclude Scalia - è di
fondamentale importanza evitare la frammentazione dell’area, visto l’acquisto di
alcuni lotti da parte di privati, ed elaborare un masterplan esecutivo
definitivo che, oltre ad un piano di sviluppo sostenibile, prevede anche
l’utilizzazione e la ristrutturazione delle cubature esistenti. Solo in questo
modo, si eviterebbe di snaturare il senso stesso dell’Area protetta e di
scongiurare il rischio di una cementificazione selvaggia”.