SCALIA, PRESENTA INTERROGAZIONE PER LA SELVA DI PALIANO

Francesco Scalia, dopo l’esito dell’ultima asta giudiziaria su La Selva di Paliano, interviene sulle questioni sollevate dal PD locale.

“Ho presentato oggi  alla Presidente Polverini e all’assessore all’Ambiente, Marco Mattei, un’interrogazione urgente per conoscere l’attuale perimetrazione della proprietà dei lotti inclusi nell’istituendo Monumento Naturale ‘La Selva di Paliano’, e i motivi per  cui si è determinata l’esclusione di un’importante parte di territorio”. Ad annunciarlo il consigliere regionale PD, Francesco Scalia, che dopo l’esito dell’ultima asta giudiziaria su La Selva di Paliano, interviene sulle questioni sollevate dal PD locale. Nel testo del documento depositato da Scalia si legge: “Nella perimetrazione giunta in Commissione Ambiente risultano stralciati, rispetto alla proposta originaria, cinquanta ettari di terreno, recentemente acquistati da un imprenditore locale; si tratta di ampie zone di territorio pregiato che, per le caratteristiche di omogeneità con le porzioni confinanti, avrebbero dovuto far parte integrante dell’area del Monumento Naturale, così come si sarebbero dovute unire le due parti del Monumento, Mola Piscoli e Selva di Paliano per dare continuità all’Area protetta”.  “La modifica apportata alla perimetrazione dell’area protetta- afferma Scalia – sembrerebbe strettamente connessa con le iniziative intraprese nei mesi scorsi dal Comune di Paliano che con una delibera del Consiglio comunale apporta una variante urbanistica al PRG prevedendo un aumento di cubatura realizzabile nell’intero complesso naturale della Selva, destinate ad attività turistico-ricettive. Per contrastare ogni tipo di speculazione edilizia intorno all’area protetta della Selva di Paliano – conclude Scalia - è di fondamentale importanza evitare la frammentazione dell’area, visto l’acquisto di alcuni lotti da parte di privati, ed elaborare un masterplan esecutivo definitivo che, oltre ad un piano di sviluppo sostenibile, prevede anche l’utilizzazione e la ristrutturazione delle cubature esistenti. Solo in questo modo, si eviterebbe di snaturare il senso stesso dell’Area protetta e di scongiurare il rischio di una cementificazione selvaggia”.