LA SPERANZA PER VIDEOCON SI RIACCENDE

Intesa San Paolo ha dato il via libera all?accordo per il rientro del debito dello stabilimento anagnino, allontanando cos? lo spettro del fallimento.

La speranza per la Vdc si riaccende. L’ad di Intesa San Paolo Corrado Passera, infatti, ha dato il via libera all’accordo per il rientro del debito dello stabilimento anagnino, allontanando così lo spettro del fallimento. La svolta è arrivata in questi giorni, dopo l’incontro che si è svolto mercoledì scorso con il Ministro Paolo Romani: a ottenere l’atteso vertice, dopo quasi un anno di rinvii, annunci e delusioni, è stato il presidente della provincia di Frosinone, Antonello Iannarilli, che ha raccolto le sollecitazioni giunte da parte di Unindustria Frosinone e del presidente Marcello Pigliacelli. Quest’ultimo, infatti, ha chiarito la posizione dell’azienda di località Frattarotonda nell’ambito di una conferenza stampa a cui ha preso parte anche il dirigente di Vdc Andrea Lo Sasso: sia la società di Anagni, sia la casa madre indiana, erano intenzionate a raggiungere quanto prima un accordo con Banca Intesa, risanando l’intero debito e versando anche gli interessi. Eppure, nonostante la disponibilità degli indiani a offrire le necessarie garanzie, da parte dell’istituto di credito torinese non arrivava l’ok all’accordo. Poi la proposta illustrata al cospetto del titolare del Mise: Videocon avrebbe versato i 38 milioni di debito in 40 rate. E finalmente il via libera. Raggiunto l’accordo con Banca Intesa, ora vanno formalizzati in tribunale gli altri accordi ex articolo 182-bis della legge fallimentare, già stretti con i creditori dello stabilimento, poi l’ultimo ma determinante passaggio: il subentro del nuovo imprenditore. In pole position resta la Ssim, società arabo-canadese che avrebbe ricevuto il placet dell’advisor ministeriale, che si sarebbe espresso positivamente anche sul piano industriale. Soddisfazione da parte dei vari attori della vertenza Vdc, che da cinque anni tiene con il fiato sospeso circa 1300 persone. Il sindacato ha però sollecitato tempi celeri per tornare a discutere di produzione e “riaccendere” lo stabilimento, perché gli investimenti sulle energie rinnovabili sono una grande scommessa, ma non si può rischiare di arrivare in ritardo per non vanificare il percorso fatto finora.